Si è tenuto a Roma, all'Accademia dei Lincei i giorni 18 e 19 marzo 2015, un interessante meeting dal titolo: Frontiere dell'astrofisica italiana: come ottimizzare il ritorno scientifico dalle grandi infrastrutture internazionali. Fatto nuovissimo rispetto ad altre analoghe occasioni del passato è stata stavolta la presa d'atto generalizzata della grave crisi connessa con il crollo numerico – in assoluto e in percentuale – del personale strutturato rispetto al personale precario in INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) e quindi di una prospettiva di carenza, nel medio termine, del personale indispensabile a seguire le attività e gli esperimenti in corso e in programma (si contano in almeno 63 gli acronimi di progetti attuali secondo S. Cristiani!).

 

La pesante situazione è stata bene illustrata dal rappresentante della Rete Nazionale dei Precari INAF (RNPI) M. Cantiello nella prima mattina del meeting, mentre in chiusura, dopo due mezze giornate di interventi prettamente dedicati ai progetti scientifici, altre ben documentate relazioni (E. Brocato, S. Sciortino, S. Cristiani) hanno portato ulteriori preoccupanti elementi di conoscenza e di riflessione. Alle richieste pressanti di chiarimento provenienti specialmente dalla RNPI, il presidente G. Bignami ha replicato con toni tra il buffonesco ed il risentito, in sostanza attribuendo tutte le colpe alla lunga stagione del berlusconismo... Molto più pregnanti gli interventi dal pubblico, che hanno saputo chiamare in causa anche le incongruenze delle politiche europee in tema di ricerca scientifica.

 

Il convegno ha avuto un focus speciale sulla situazione in INAF ma la riflessione è valida per l'Astrofisica e l'Astronomia italiane in genere, considerato che le stesse politiche di desertificazione sono in atto da molti anni anche (o forse soprattutto) nelle Università... Peraltro, già nel 2005 Raffaele Gratton, a commento dei risultati del concorso INAF a 14 posti da ricercatore di cui aveva presieduto la commissione, analizzando la situazione dei giovani astronomi italiani notava:

qualora non si riuscisse a riportare il numero delle assunzioni di giovani astronomi ad un ritmo di circa 20/anno nell'INAF e circa 10/anno nelle Università, l'astronomia italiana è destinata nel lungo termine ad un inevitabile forte declino... in assenza di un cambiamento di politica della ricerca, l'astronomia italiana dovrà affrontare nei prossimi 10 anni un forte declino, che si accentuerà ulteriormente nel periodo successivo... L'investimento richiesto in più rispetto a quello attuale è quindi di circa 5 MEuro/anno, circa il 6% del bilancio INAF e approssimativamente il costo del contratto di un buon giocatore della serie A di calcio...

A dire il vero, la crisi travalica lo specifico delle scienze astronomiche e coinvolge la ricerca scientifica nel suo complesso ed in genere tutti i luoghi in cui si produce e si ri-produce la conoscenza, come abbiamo indicato già in tempi non sospetti.